La Grande Rogazione di Asiago, ricordi, preghiere e speranze per il futuro

Maggio…, maggio delle rose, maggio del fioretto, maggio dei nuovi odori e dei mille profumi, maggio dei primi frutti, maggio delle Rogazioni comunitarie. Anche se la pandemia in corso neanche quest’anno permette di celebrare il rito del “Giro del mondo” lo ricordiamo comunque con i nostri ospiti di Asiago e lo facciamo conoscere a coloro che non hanno mai partecipato.

In origine la Rogazione aveva una funzione propiziatoria, veniva eseguita cioè per auspicio di un buon raccolto. Nel 17° secolo, a seguito di un’epidemia di peste, si trasformò invece in una processione religiosa di ringraziamento da parte della popolazione scampata alla pestilenza.

Ad Asiago, si ripete il giorno prima dell’Ascensione e il percorso religioso si snoda per trenta km lungo campi e stradine sterrate intorno ai confini di Asiago. I fedeli camminano per un’intera giornata, recitando preghiere e canti di ringraziamento in cimbro, la lingua originaria dell’Altopiano.

Una suggestiva tradizione riguarda il poetico scambio delle uova colorate tra gli innamorati. Le ragazze e le donne, i giorni che precedono l’evento, raccolgono nei prati e nei boschi erbe e fiori che vengono successivamente utilizzati per colorare le uova.

I nostri ospiti tutti gli anni partecipano attivamente alla Rogazione, prima dipingendo le uova e poi accodandosi, per un breve tratto, alla processione.

In questi giorni la ricorderemo con nostalgia guardando qualche documentario a riguardo e rivolgeremo una speciale preghiera al Signore affinchè, come al tempo della peste, faccia finire presto questa pandemia che tanto ha colpito la salute e gli affetti più cari dei nostri anziani.