Francesca Rigoni premiata per la quarta volta al Concorso letterario organizzato dalla Fondazione O.I.C.
Francesca Rigoni premiata per la quarta volta al Concorso letterario organizzato dalla Fondazione O.I.C.
Le piace scrivere, in particolare poesie e brevi racconti, ma le piace prima di tutto ascoltare: Francesca Rigoni, operatrice dell’Opera Immacolata Concezione di Asiago, da qualche anno a questa parte si dedica maggiormente a questo suo hobby. Ascolta, con interesse e pazienza, semplici storie di vita, soprattutto di tempi lontani, che le raccontano gli ospiti di Villa Rosa. Le assimila, vi si immedesima, così come faceva da piccola ascoltando i racconti dei suoi familiari, di suo padre, dei vicini di casa. E ne trae spunti da mettere nero su bianco: il risultato è davvero piacevole da leggere, e quanto scaturisce dalla sua penna le ha portato negli ultimi tempi più una soddisfazione, in primis quella di vedersi pubblicati poesie e racconti. Come succede nel concorso letterario “Cosa fare da grande? Storie di vita ri-progettate” ideato dalla “Fondazione Opera Immacolata Concezione” e giunto con successo alla sua quarta edizione. Quest’anno il tema proposto è stato il “riprogettarsi”, il saper cambiare e adattare la propria vita a situazioni nuove e talvolta inaspettate. Gli elaborati selezionati sono stati raccolti in un libro distribuito gratuitamente con il “Corriere del Veneto” e il “”Corriere di Verona”domenica, 18 settembre 2011, giorno della premiazione dei partecipanti presso il “Centro Civitas Vitae Auditorium Pontello” a Padova. E per il quarto anno consecutivo, Francesca Rigoni si è vista premiare la sua partecipazione al concorso, con la pubblicazione del racconto “Come passo il tempo?” . “I testi proposti nell’antologia – ha avuto modo di commentare la scrittrice Antonia Arslan, presidente di giuria del concorso – offrono una preziosa visione dei sogni, dei pensieri, delle aspirazioni e della realtà di uomini e donne normali, che hanno sinceramente rivisitato per noi i loro percorsi di vita, le loro speranze e i loro traguardi”. (Silvana Bortoli da il giornale “L’Altopiano” del 15 ottobre 2011).